The Witcher 3: Wild Hunt – Statue Eredin 50cm
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Descrizione
Sideshow è lieta di presentare 3 fantastiche statue dedicate a “The Witcher 3: Wild Hunt” e ritraenti Geralt di Rivia, Yennefer di Vengerberg e Eredin della Caccia Selvaggia.
Le statue avranno un’altezza che varia dai 42 ai 50 cm a seconda del personaggio, verranno scolpite interamente in Polystone ed indubbiamente si prestano all’esposizione di gruppo, ricreando le appassionanti scene viste nel videogioco.
ALTEZZA: 50 cm
MARCA: SIDESHOW
Eredin Bréacc Glas era in origine il comandante elfo di una unità di cavalleria pesante scelta conosciuta come i Dearg Ruadhri, o “Cavalieri Rossi“, i cavalieri della Caccia Selvaggia, dalle caratteristiche armature a piastre pesanti di acciaio meteorico. Uccise Oberon Muircetach, il precedente Re degli Aen Elle, e ne usurpò il posto. Insieme con Avallac’h fu uno dei tre governanti degli Aen Elle.
Nel mondo degli umani, era conosciuto e temuto con il nome di Re della Caccia Selvaggia, un gruppo di spettri che compongono la cavalleria che comanda.
Geralt di Rivia, chiamato anche Gwynbleidd (Lupo Bianco) nella lingua antica delle Driadi e soprannominato “Il Carnefice di Blaviken”, è lo strigo (“wiedźmin” in polacco, “witcher” in inglese e nei videogiochi in italiano) protagonista dell’omonima saga ambientata nell’universo immaginario fantasy creato dallo scrittore polacco Andrzej Sapkowski.
Dalla celebre serie di libri di cui è protagonista sono stati tratti inoltre diversi media, tra i quali un film, una serie televisiva e una trilogia videoludica sviluppata da CD Projekt RED, quest’ultima di successo internazionale.
Geralt di Rivia è uno strigo, cioè un individuo dotato di poteri magici, che vaga per il mondo lavorando come mercenario. Nella sua professione si avvale spesso delle sue abilità magiche; Geralt è inoltre un probo spadaccino.
Geralt è un uomo dalla personalità complessa: gli anni passati nell’addestramento da strigo, lo hanno reso molto stoico: molto raramente da egli trapela un’emozione ed è spesso restio ad integrarsi in una società. Ciononostante, Geralt riesce a stringere poche ma solide amicizie e talvolta persino, seppur travagliate, relazioni amorose.
Geralt appare come un uomo alto e snello, di età indecifrabile. Essendo uno strigo, il suo aspetto ha subito delle mutazioni molto radicali e inumane: la sua pelle è biancastra, i suoi occhi sono gialli, molto simili a quelli di un felino, e i suoi lunghi, lisci capelli sono bianchi, così come la sua barba, fattore che conferisce a Geralt l’epiteto di “Lupo Bianco”.
Geralt è figlio della maga Visenna e del guerriero Korin. Poco dopo la sua nascita fu portato dalla madre a Kaer Morhen (in Lingua Antica Caer a’Muirehen, significante “Antica Fortezza Marina”), l’antica fortezza in cui i giovani strighi subivano le trasformazioni e gli allenamenti del maestro Vesemir sotto la Scuola del Lupo.
Il nome “di Rivia” è stato scelto da Geralt stesso, nonostante egli non provenisse da questa terra. Il mastro strigo Vesemir faceva scegliere a tutti i giovani allievi un soprannome al fine di essere ricordati, e agli inizi Geralt scelse “Geralt Roger Eric du Haute-Bellegarde”; tale nome fu però disapprovato da Vesemir, poiché ridicolo e presuntuoso. Il nome gli viene riconosciuto ufficialmente, insieme al titolo di cavaliere, dalla regina di Lyria e Rivia Meve quando salva lei e le sue truppe durante una battaglia contro dei soldati di Nilfgaard, nominandolo “Geralt di Rivia” ignorando il fatto che lo strigo aveva già scelto, casualmente, quel nome per conto suo molti anni prima.
Dopo aver completato la sua formazione da strigo, a Geralt viene consegnato uno speciale medaglione magico d’argento raffigurante il simbolo della scuola che l’ha addestrato (in questo caso un lupo), con la particolare capacità di vibrare in presenza di mostri o di magia. Egli inizia quindi a viaggiare per il mondo in sella al suo cavallo Rutilia (non uno in particolare, poiché Geralt chiama così ogni suo cavallo) come cacciatore di mostri2.
Nei suoi viaggi stringerà numerose amicizie e rapporti, tra i quali quello con la maga Yennefer, a cui si legherà sentimentalmente per tutta la durata dei romanzi, e con Ciri, ragazza dai poteri soprannaturali donatigli dal Sangue Antico che scorre in lei. Proprio tutta la storia della saga letteraria, a partire da Il sangue degli elfi, si baserà sulla ricerca e la protezione di Ciri dalla caccia spietata attuata ai suoi danni da varie parti.
Nonostante alla fine dell’ultimo romanzo (in termini di cronologia interna) La Signora del Lago Geralt venga ferito mortalmente durante un pogrom contro i nani nella città di Rivia, la sua storia continua nella serie di videogiochi della software house polacca CD Projekt RED iniziata con The Witcher, pubblicato nel 2007. La serie non è tuttavia ritenuta canonica dall’autore dei libri Andrzej Sapkowski, che la considera liberamente ispirata ma non al pari di un sequel o di una storia alternativa alla sua.
Nell’universo fantastico di Geralt di Rivia, la figura di strigo è molto controversa: da un lato, il suo mestiere di cacciatore di mostri ha come fine il rompere maledizioni e il difendere gli uomini dalle creature pericolose; dall’altro, essendo lui un mutante, si ritrova ad essere temuto e disprezzato dalle stesse persone che deve proteggere. Egli viene quindi considerato un “non umano” alla stregua di elfi, nani, driadi, gnomi e mezzuomini, anch’essi vittime di discriminazioni e persecuzioni, costretti a vivere in ghetti o confinati sulle montagne. Non è raro che Geralt debba rifiutare lavori contrari al suo personalissimo codice di strigo, come ad esempio assassinare uomini o uccidere creature intelligenti e innocue o in via di estinzione come i draghi, mentre altre volte sono gli stessi uomini a declinare il suo intervento.
Dopo aver subito numerose mutazioni durante la Prova delle Erbe e aver affrontato i cosiddetti Cambiamenti, gli strighi ottengono capacità fisiche e mentali sovrumane quali riflessi migliorati, rapidità e velocità superiori alla norma, metabolismo accelerato per guarire dalle ferite, invecchiamento rallentato (tanto da poter vivere per secoli interi); subiscono inoltre alterazioni fisionomiche, come il colore degli occhi, della pelle o dei capelli (nel caso di Geralt, occhi gialli, capelli e barba bianchi). Un effetto collaterale dovuto alla mutazione in strigo è la sterilità. Acquisiscono, anche tramite il duro addestramento, l’incapacità di mostrare emozioni (possono sentire: rabbia, tristezza, gioia, ma non potranno mai esprimerle con le espressioni, inclusa la capacità di piangere). Solo pochi giovani riescono a sopravvivere a queste prove, poiché prevedono una completa mutazione genetica difficile da controllare. Vengono duramente addestrati al combattimento ad armi bianche e gli viene insegnato l’utilizzo dei “segni”, semplici magie di base come “igni” (evocazione di fiamme dalle mani), “aard” (debole raffica telecinetica), “axii” (capace di influenzare per breve tempo la mente della persona o dell’animale a cui viene lanciato), “quen” e il segno dell’eliotropo (entrambi scudi magici di media resistenza dall’effetto immediato).
Caratteristica interessante di Geralt e degli strighi in generale è la posizione di neutralità. Il mondo in cui vivono è soggetto a continui conflitti: guerre, miseria e ingiustizia imperversano e perdurano, ma nonostante tutto, uno strigo cerca sempre di non prendere posizioni politiche.
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